L'IRAN DI ZARATHUSTRA
La religione ai tempi del grande impero Persiano
2020

Istituita come religione di stato da Dario il Grande, fondatore dell’impero Persiano, lo Zoroastrismo, sin dalla sua genesi, si è sempre distinto tra i vari culti che sono arrivati sino ai giorni nostri.
Prima religione monoteistica al mondo, lo Zoroastrismo o Mazdeismo predica il culto di Ahura Mazda (il giusto) ed è la base di partenza di alcuni dei più diffusi culti monoteistici come il Giudaismo, il Cristianesimo e l’Islam. 

Alcuni dei dogmi più importanti dello Zoroastrismo, quali i concetti di paradiso e inferno, o ancora quello di unica divinità, sono stati inglobati e mutuati nelle più recenti religioni monoteistiche.
Per fare un esempio concreto, basti pensare che i 3 “Re Magi” (che nella tradizione cristiana sono alcuni saggi astrologi che, secondo il Vangelo di Matteo, seguendo “il suo astro” giunsero da Oriente a Gerusalemme per adorare il bambino Gesù portandogli in dono oro, incenso e mirra), erano di fede Zoroastriana. 
La stessa parola “magi” in lingua dari (zoroastriana) vuol dire Magico.

L’elemento centrale di questo culto è il Fuoco che rimane perennemente accesso (si narra che i più antichi ardano da secoli). La preghiera avviene dinnanzi ad esso e il volto viene coperto con una mascherina al fine di non inquinare la fiamma sacra. In assenza di un fuoco si può pregare rivolgendosi direttamente al sole. 
Il fuoco, è un simbolo di primaria importanza poiché svolge il ruolo di messaggero tra l’uomo e il divino.
Oggi si stima che i seguaci di questo culto siano meno di 500.000 persone. Nel corso dei secoli, infatti, i seguaci dello Zoroastrismo furono perseguitati, soprattutto nel corso delle prime orde mussulmane nell’Iran moderno. 
Attualmente la maggior parte della comunità Zoroastriana è stanziata in India e i suoi adepti sono soprannominati “Parsi”: essi sono i figli di coloro che scapparono dalle persecuzioni mussulmane. 
Tuttavia le più antiche comunità di seguaci del Mazdeismo si trovano in Iran, e precisamente a Yazd.

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In considerazione della loro travagliata storia, la comunità Zoroastriana è molto chiusa e restia nel fare conoscere i propri riti al di fuori della propria collettività.
Le immagini che state per osservare raffigurano il complesso delle Torri del Silenzio di Yazd, un luogo dove fino agli anni ’60 del novecento, la comunità Zoroastriana veniva a lasciare i loro morti. 
Usanza era infatti quella di non sotterrare i morti, in quanto avrebbero inquinato la terra; al contrario i corpi dei defunti dovevano essere abbandonati all’interno di queste torri dedicate alla funzione funebre.

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Una delle celebrazioni più importanti del calendario Zoroastriano cade il 26 Dicembre, giorno della morte del profeta Zarathustra. Tale evento viene celebrato a porte chiuse e l’accesso è garantito solo ai membri della comunità zoroastriana. 
Durante la funzione vengono recitati i testi dell’Avestā pregando davanti al sacro fuoco mentre gli adepti preparano il cibo da condividere insieme ai fedeli, frutta secca e di stagione.
Una nota che caratterizza il loro modo di pregare, oltre alla recitazione dei versi in maniera ipnotica e suggestiva, è quella di indicare con l’indice il cielo quando si parla del divino. 
Una volta conclusa la funzione, alla quale partecipano tutti, uomini, donne e bambini, si pranza con i cibi della tradizoone: stufato di pecora e riso. 

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L’incontro con questa comunità è stato quasi surreale. Mi è stato infatti permesse di vivere un’esperienza “magica” e fuori da ogni tempo, e per tale motivo, il mio ringraziamento va a tutta la comunità zoroastriana di Yazd.

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